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Still Got  Dreams
( 2008 )

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www.bluessummit.com
10  dicembre  2009

Bene, cominciamo col dire che l’album dei MB presenta 15 brani tutti del proprio "sacco" e parlando di Blues, di Blues italiano (anche se cantato in inglese), direi proprio che non è cosa da poco. Musicalmente i brani sono molto variegati e spaziano dai ritmi anni 50, le ballate cantautorali americane, folk acustici, psicadelia senza naturalmente mai dimenticare le radici Blues che pervadono tutta l’opera. Ecco non aspettatevi la potenza di un album Rock-Blues, quelli da suonare a tutto volume per far incazzare il vicino di casa, quello dei MB è qualcosa di più intimo, è un album che parla principalmente, come dice il titolo "still got dreams", di sogni: sogni realizzati e non, sogni legati all’America, luogo in cui la band è stata nel 2007 e di cui si sente una forte influenza in tutto l’album, sia per le sonorità che nei testi, firmati quasi tutti da A. Ragazzoni da solo od in comproprietà con altri membri del gruppo.

America ma non solo, sogni legati anche all’altro capo dell’emisfero, ovvero il grande EST, di cui la copertina è un aperto omaggio, ed un altro omaggio lo troviamo alla seconda traccia intitolata appunto "Saigon" , un brano che descrive un viaggio stupito per le strade affollate della grande città Vietnamita, il cui nome rievoca non pochi fantasmi.

Sogni, Viaggi, riflessioni sulla vita care alla tradizione Blues, il tutto proposto con un linguaggio e con dei suoni che ispirano sensazioni positive "good vibrations"(ed anche questo non è cosa da poco di questi tempi) da cui solo a tratti traspare qualche nota amara . . . . ma si sa: i sogni non sono tutti piacevoli.

Concludo raccontandovi un aneddoto che secondo me rende molto più di mille recensioni. Una sera, durante una cena a casa mia con amici appassionati di musica anche se di diversa estrazione musicale, ho messo nel lettore questo CD; dopo qualche canzone, uno degli amici mi ha chiesto: " ma chi è ?? Bob Dylan". Questo vi può far rendere conto dell’alta qualità della produzione di questo album se già i nomi che ci hanno lavorato non fossero sufficienti.

Il disco lo potete trovare nei migliori negozi di dischi, oltre che presso FNAC e Feltrinelli; nel caso il vostro negoziante di fiducia ne sia sprovvisto (molto male) potete chiedergli di ordinarlo presso il distributore italiano (Venus s.r.l. - Via Quintiliano,40 - Milano), in caso di difficoltà potete infine contattare direttamente:
mail@studiottanta.it
oppure tramite i siti della band:
http://www.mandolinbrothersband.com
http://www.myspace.com/mandolinbrothersband



Novembre 2009

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 LOUDVISON                                                                   www.loudvision.it


 MUSICA
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Loudvison3 (1K)

 Mandolin’ Brothers: Still Got Dreams   22/07/2009

Loudvision SGD CD cover (28K) Loudvision Daniele Cagnotto (2K) Autore: Daniele Cagnotto
Anno: 2009
Etichetta: Studiottanta Fortuna Records
Distribuzione: Venus


loudvision t-votoautore (1K)
8/10

loudvision t-votovisitatori (1K)
10.0/10


Non smettiamo di sognare

Yeah . . . eccoci catapultati in un altro polveroso viaggio attraverso i cocenti ed avventurosi territori del sud degli U.S.A. in compagnia dei veterani Mandolin’ Brothers, band italiana attiva fin dai primi anni ’ 80.
Come i cugini nonchè compagni di etichetta Southland, la band esplora in lungo ed in largo le sonorità sudiste, ma si spinge anche oltre con copiose incursioni nel country vero e proprio, nel blues e nel cajun.

Copioso l’ utilizzo di strumenti acustici come mandolino (appunto!), dobro, piano, armonica. Voci calde, chitarre ricche di feeling, organo hammond ed un suono pieno e sincero fanno il resto. Ottimi musicisti con un indiscutibile gusto melodico e savoir faire, i Nostri rendono al meglio soprattutto nelle immancabili ballad.
Qua e là fanno capolino gli omaggi più o meno consapevoli del gruppo a vari esponenti del southern e del roots sound degli States quali Bob Dylan, Little Feat, CSN&Y ( "Insane" ) e ad altri illustri fratelli del genere come Doobie Brothers e Allman Brothers ("Wild Coloured Eyes" / "Long Time Ago").

Un buon disco da ascoltare tutto d’un fiato e nel quale ogni dettaglio è al posto giusto e con ottime canzoni.
Ecco un’ altra grande band italiana che riesce a crearsi una propria rispettabile identit&afrave; affrontando un genere che lascia poco spazio all’ innovazione puntando tutto sul feeling. Da non perdere.




loudvision t-m-onelouder 01 (1K)

Impossibile resistere al fascino delle sonorità proposte con successo da questi signori.
Il genere segue sicuramente certi stilemi e non è originalissimo, ma quando un gruppo ha le palle e le canzoni sono quelle giuste non ce n’è per nessuno!!
Questo CD è completamente vero, buzzurro, sognante, sudato fino alle ossa e suonato con grande maestria e trasporto.
Complimenti!



loudvision t-m-pro 02 (1K)
NArrowYellow (1K) I sei membri del gruppo hanno talento da vendere, tanto nella
     composizione quanto negli arrangiamenti e nell’esecuzione
NArrowYellow (1K) Il feeling cola dal CD come caramello fuso
NArrowYellow (1K) Ottima ed azzeccata produzione


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Nessuno         






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 :: Made in Italy
: i dischi italiani 2008 di RootsHighway


01

Massimiliano Larocca

La breve estate
(Pomodori Music/ Venus)

"...La breve estate si incammina per svelare con ancora più franchezza il percorso artistico di Massimiliano: qualche accento elettrico più marcato, una produzione sempre attenta ai dettagli e alle finezze delle sue radici rock, ed ecco prendere forma una raccolta più coraggiosa e soprattutto sincera nel raccontare l’autore Larocca e tutto ciò che da respiro alla sua scrittura"

02

Davide Van De Sfroos

Pica!
(Tarantanius/ Venus)

". . . Pica! è il quinto capitolo di un percorso artistico vero, ed è il classico album che comprende e riassume il tutto, le strade giàbattute, quelle appena abbozzate e qualche nuovo tentativo di svilupparsi ulteriormente. C’è il solito mix di folk irlandese, country americano e tradizione lombarda, ma in piùstavolta anche dosi massicce di musica cajun"

03

Massimo Bubola

Ballate di terra e d’acqua
(Eccher music)

". . . qui ritroviamo come protagonista principale il rock nella visione di Massimo Bubola. Atmosfere piùasciutte, chitarre, chitarre e ancora chitarre ma pensate con la cura certosina che solo Massimo può avere, e suonate in maniera straordinaria dallo stesso autore e da Simone Chivilò"

04

Mandolin’ Brothers

Still Got Dreams
(Studiottanta/Fortuna Records)

" . . . L’intreccio tra le passioni americane (tutte dichiarate senza alcuna remora) e gli arrangiamenti spostati verso l’Europa (ancora la fisarmonica nella toccante Carton Box) è la vera novità nella lunga carriera dei Mandolin’ Brothers ed è anche una nota originale, e molto personale, capace di proiettarli verso ipotesi e orizzonti fin qui inaspettati"

05

Lowlands

The Last Call
(Gipsy Child)

"...Copertina uggiosa, gocce di pioggia e nubi autunnali, che sospignono un roots rock dalle tonalità crepuscolari, fra ballate che ricordano il deserto dei Richmond Fontaine, bizze elettriche che recuperano l’anima fuorilegge del Paisley Underground e un folk rock dai sapori antichi e annaffiati di Irlanda. Un disco colmo di passione e di piccoli dettagli"


Honorable mention:

06. Fabrizio Poggi & Chicken Mambo - Mercy  (Ultrasound)

07. Graziano Romani - Between Trains  (Freedom Rain)

08. Stoop - Stoopid Monkeys in the House  (Prismo Paco)

09. Miami & the Groovers - Merry Go Round  (Miami & the Groovers)

10. Andrea Marti - Traditional Man  (Club de Musique)

  

 


recensione dal sito: 
l’isola che non c’era   

isola-che-non-cera (37K)





TRACCE
01. Still got dreams
02. Saigon
03. Went to see the poet
04. Carton box
05. Man on the bench
06. Nothing you can do
07. Insane
08. Faded photos
09. Wild coloured eyes
10. Long time ago
11. Scarlet
12. The promise
13. A song for you
14. Midnite plane
15. I’m ready




                STILL GOT DREAMS
                Mandolin’ Brothers

                             l'isola che non cera-cd cover (11K)







                      PRODUZIONE ARTISTICA

                          Massimo Visentin & Mandolin’ Brothers


Studiottanta Fortuna Records / Venus
2008
Durata: 55:03
Brani migliori:
Went to see the poet
Carton box
Scarlet



          di Stefano Tognoni








MUSICISTI E OSPITI

Alessandro "Jimmy" Ragazzon: voce solista, chitarra acustica, armonica
Paolo Canevari: chitarra elettrica, chitarra acustica, slide, national steel
Bruno De Faveri: chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra 12 corde, mandolino
Riccardo Maccabruni: piano, organo, fisarmonica, chitarra acustica, voce
Giuseppe "Joe" Barreca: basso
Daniele Negro: batteria e percussioni

Stefano Cattaneo: fisarmonica su traccia 8
Marco "Rovo" Rovino: chitarra acustica, cori e arrangiamenti su # 7
Michele Vittori: snare e rubboard su # 15
Maurizio "Micio" Fassino: chitarra acustica su # 8
Isha: tampura su # 10




A suggello di una carriera ormai trentennale i pavesi Mandolin’ Brothers hanno pubblicato Still got dreams, un vero manifesto delle sonorità a cui si ispirano. Encomiabile la scelta di non incidere cover, ma di proporre quindici tracce originali, dove country-rock, blues, folk, roots rock, west cost, swamp music, fanno capolino ora in un pezzo, ora in un altro riuscendo però a non cadere mai nello scontato, cosa non semplice quando si ha a che fare con generi a volte sfruttati a sproposito. Malgrado siano solo al secondo disco ufficiale, i Mandolin’ dimostrano di essere una band affiatata, rodata da molti anni di concerti e da collaborazioni di prestigio (Fabio Treves, Paolo Bonfanti, Arthur Miles, Andy J. Forest, Dave Alvin, Elliott Murphy, Alvin Lee, Nine Below Zero, Popa Chubby . . . ) Il nucleo storico base del gruppo è formato da Alessandro "Jimmy" Ragazzon e Paolo Canevari che nel corso degli anni hanno saputo circondarsi di musicisti appassionati al genere proposto, consapevoli che il feeling è il primo mattone da porre nella costruzione di un gruppo. Nulla da eccepire quindi anche su gli altri validissimi elementi che formano il nucleo attuale della band: Bruno De Faveri, Riccardo Maccabruni, Giuseppe "Joe" Barreca e Daniele Negro. Alla buona riuscita del progetto ha contribuito il cooproduttore e tecnico del suono Massimo Visentin, in passato collaboratore di Paolo Conte. "Still got dreams" è un insieme di varie componenti: passione, competenza, capacità di offrire un prodotto professionale, ma con la cura e la perizia di un artigiano. Consigliato agli amanti della musica americana, un lavoro sincero fatto da una band che ha poco da invidiare a ben più celebrate formazioni d’oltreoceano.

Link Mandolin’ Brothers
www.myspace.com/mandolinbrothersband



febbraio 2009

busca cover feb 2009 (151K)

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busca-int-feb-09-part3 (415K)



busca02 (10K) settembre 2008




Buscadero-Settembre-2008 (578K)




recensione dal sito:
www.rootshighway.it

info@rootshighway.it Agg. Lun. 29/09/2008


Mandolin’ Brothers
Still Got Dreams arriva dopo lunghi anni di gavetta sui palchi: i Mandolin’ Brothers celebrano le loro passioni americane con un disco che intreccia blues, rock’n’roll e radici. Suona maledettamente bene e con un gusto che arriva da sterminate collezioni di dischi

Rootshighway 2000-2007
info@rootshighway.it





:Recensioni
 

inserito 29/09/2008

Mandolin’ Brothers
Still Got Dreams
[Studiottanta/Fortuna Records  2008]



In (quasi) trent’anni di carriera, i Mandolin’ Brothers hanno collezionato sì e no un paio di dischi e non perchè non sappiamo cosa dire o come fare, ma perchè si tratta di veri music lovers per cui suonare è un’arte e una via di fuga nello stesso tempo, per cui se va fatta, bisogna farla bene. La bellezza di Still Got Dreams si spiega così: con la cura artigianale e certosina dei suoni, più naturali dell’aria della pianura, e con un gusto che arriva da sterminate collezioni di dischi (in vinile, va da sè) e da una rinnovata curiosità. Non c’è solo rock’n’roll in Still Got Dreams, c’è anche il Vietnam e la guerra di Saigon direttamente dall’incubo di Apocalypse Now, con tanto di citazione (ormai classica) dal film di Francis Ford Coppola e gioca sulla confusione tra un Delta (quello del Mississippi, che ispira il sound) e l’altro (quello del Mekong) che è alla base della canzone. Prima sorpresa del disco, che viene seguita dalla fisarmonica (molto europea) che apre la dedica dylaniana (non l’unica, a dire la verità: bisogna associargli almeno Nothing You Can Do) di Went To See The Poet. Anche qui i Mandolin’ Brothers giocano a mischiare le carte in tavola aggiungendo alla fisarmonica una squillante chitarra acustica. L’intreccio tra le passioni americane (tutte dichiarate senza alcuna remora) e gli arrangiamenti spostati verso l’Europa (ancora la fisarmonica nella toccante Carton Box) è la vera novità nella lunga carriera dei Mandolin’ Brothers ed è anche una nota originale, e molto personale, capace di proiettarli verso ipotesi e orizzonti fin qui inaspettati. È altrettanto vero che chiudono il disco citando spudoratamente Bo Diddley (è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare) in I’m Ready, ma il nocciolo di Still Got Dreams sembra di capire va cercato tra Faded Photos, Scarlet, The Promise o Insane (con i suoi cori da favola) dove i Mandolin’ Brothers vanno ben oltre le proprie radici che, come è noto, affondano nel blues e nel rock’n’roll e sono innaffiate da torrenti di birra ad ogni cambio di stagione. Consigliatissimo, anche perchè i loro avvocati si chiamano Zimmerman e Ginsberg, gente che sa come si difendono i sogni da quella brutta roba che è la realtà.
(Marco Denti)

www.mandolinbrothersband.com
www.myspace.com




ottobre 2008
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novembre 2008
F o l k   B u l l e t i n

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Folk-BulNewRev-Part1 (64K)
Folk-BulNewRev-Par2 (113K)


ottobre 2008
RockRillaCoverOct2008 (143K)
RockRillNewRevPart1 (98K) RockRilNewRevPart2 (113K)


novembre 2008

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. . . dalla rubrica :  "Fuoritema"
a cura di  R i c c a r d o   S a n t a n g e l o
riccardo@amadeusonline.net


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November 2008    Suono

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logo accordo (4K)

www.accordo.it

Mandolin’ Brothers
"Still got dreams"

Alberto Dillo - 15 dicembre 2008

Non so se questo verrà preso come complimento, ma a me le prime note della title track, primo brano di questo secondo CD dei Mandolin in trent’anni (un record), mi hanno fatto venire in mente un disco che ho molto amato, Two Fisted Tales dei Long Ryders. Ci ho trovato la stessa carica di energia e di freschezza, la stessa allegria, grinta e voglia di suonare. Insomma, il paisley underground è finito da un pezzo, ma continua a far sentire i suoi benefici effetti se i risultati sono questi.



Anche il secondo e il terzo pezzo stupiscono per come riescono a essere totalmente originali, pur rispettando rigorosamente una grammatica rock che fa parte delle radici del gruppo. Sentiamoci allora Saigon - un viaggio in Vietnam come spunto di riflessione sull’inutilità della guerra - e l’altrettanto azzeccata Went to see the poet, una ballata 100% dylaniana arrangiata e suonata all’antica.

Carton box affronta un tema che mi smuove sentimenti profondi, quello di chi vive sotto i ponti, coperto di cartoni (uno dei miei libri di culto è Il sole dei morenti di Izzo) e regala un solo slide che non ha nulla da invidiare a Like a rock di Rick Vito (ma della chitarra parliamo dopo).

Il gusto continua con le californiana Man on the bench e Insane, la folkish Nothing you can do, la delicata Faded photos. Come il sorbetto di limone a metà di un pranzo d’autorearriva  un brano strumentale un po’ virtuoso (ma senza strafare) Wild coloured eyes e a seguire Long time ago, a cui i suoni Leslie danno un tocco anni ’70.

Il CD continua senza tentennamenti. C’è Scarlet che mi ricorda alcune atmosfere dei magnifici Texas Torados (passate per casa di mr. Zimmerman), poi la ballatona The promise, la byrds-iana A song for you, il racconto dell’esperienza floridiana trasformato in ballata country blues con accompagnamento di National, Midnite plane. E poi il finale liberatorio, quasi una jammona da garage (ma di quelle buone) a chiudere il tutto scalciando sul Cry Baby: I’m ready.

A questo punto due parole sulle chitarre, o meglio sul chitarrista, aspetto essenziali del disco e (permettete) motivo d’orgoglio per noi accordiani. Perché se da un lato c’è un Jimmy che mette in questo disco una gran voce, prezioso mix di Dylan e Knopfler con una spruzzata di mojo del Mississippi, dall’altro, a sostenere tutto con ritmiche sapienti e soli prelibati, c’è una manina d’oro che passa con nonchalance dalla Telecaster alla National attraverso Les Paul e J-50. Paolino Canevari, cofondatore della band assieme ad Alessandro "Jimmy" Ragazzon e accordiano DOC fin dalla primissima ora (quando Internet ancora non era nata e Accordo era un’associazione di amici che pubblicava un giornaletto diventato oggeto di culto, "Nashville") spiega in questo disco quanto sia grande il suo talento.

Paolino è il nostro Danny Gatton, ovvero il "miglior chitarista sconosciuto" d’Italia (e non solo). Unendo feeling e tecnica, impartisce lezioni di buon gusto e capacità di stupire. Dalla prima all’ultima traccia, senza strafare, senza retorica, straight forward come avesse succhiato il primo latte all’ombra di Fort Alamo. Insomma, un talento che meriterebbe ben altri palcoscenici.

L’hanno già detto altri commentatori ben più autorevoli di me, ma mi va di ripeterlo:

questo secondo lavoro dei Mandolin’ potrebbe anche essere il miglior disco italiano dell’anno.



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The Mandolin’ Brothers - Still Got Dreams
(SFRC)
www.mandolinbrothersband.com
www.myspace.com/mandolinbrothersband

They are Good and the are Mean but too late for the sky!!!
Still Got Dreams è un buon disco di west coast anni settanta. Tutto è a posto, tutto in ordine, il gruppo si attiene strettamente alle regole dei propri maestri e l’album dei Mandolin Eros è in qualche modo un esercizio di perfezione che rimanda a band minori come Fool’s Gold, Calexico (quelli dei settanta), New Riders of The Purple Sage, Dusty Chaps, Doug Sahm, Jerry Jeff Walker. Chiudete gli occhi e vi scoprirete giovani e questo è un indubbio merito della raccolta originale di 15 brani senza sbavature che pagano un fortissimo debito ai primi settanta. La band, composta da veri appassionati e virtuosi dei propri strumenti che rafforzano il senso di compattezza stilistica, dovrebbe provare a cercare la propria strada altrove perchè l’Italia è sprecata per questa proposta. Carcando magari di fare mente locale che tutto quel che il gruppo suona e presenta è già stato fatto almeno 30 anni e il rischio vero che i Mandolin’ Brothers corrono è quello di essere visti come una band di cloni. Che non sarebbe bello vista la serietà e la congruità della proposta.

Ernesto de Pascale



MiaPaviaLogo (3K)

Recensione dal sito :  www.miapavia.it

Still got dreams

È finalmente stato pubblicato il nuovo CD dei vogheresi Mandolin’ Brothers. Vi ricorderete che ve ne avevo parlato a giugno, in anteprima, dopo aver ascoltato qualche brano. Avevo concluso l’articolo con questa frase: " Se tutto l’album è a questo livello . . . credo sarà decisamente buono! "

Confermo decisamente la mia previsione: l’album è decisamente bello; ma non solo. Suona molto americano (e questo non è un difetto) ma, allo stesso tempo, il suono è quello tipico dei Mandolin’, quello che ascoltate ai concerti e che li caratterizza. È suonato con entusiasmo e convinzione e questo trasuda dai solchi dell’album. Non c’è compiacimento o presunzione, ma solo una istintiva ammirazione per i modelli a cui si ispirano. E se Jimmy in Nothing You Can Do e Scarlet è più-Dylan-di Dylan (però sembra Dylan rivisitato da Ry Cooder), lo è non per plagio o per emulazione . . . ma per amore. Still Got Dreams, con una bella copertina che vi avevo mostrato in anteprima, contiene 15 brani tutti a firma dei vari membri dei Mandolin’ Brothers (niente cover) per 56 minuti di blues.

MiaPaviaPhoto (16K)

Registrato e co-prodotto allo STUDIOTTANTA da Massimo Visentin, fonico di Paolo Conte. Molto belle Still Got Dreams (che dà il titolo all’album), le già citate Nothing You Can Do e Scarlet; Insane (una ballad in stile CSN&Y) apre nuovi orizzonti su un disco molto " roots " A sorpresa Maccabruni firma (e canta) The Promise, un bel brano dall’incedere CatStevensiano, mentre MIdnite Plane è un rock-roots che sembra preso di sana pianta da Exile on Main Street dei Rolling Stones. I’m Ready, che abbiamo ascoltato parecchie volte nei loro concerti, chiude l’album.

Ben fatto, ragazzi!

Furio Sollazzi

Pavia, 17 / 09 / 2008 (7032)





Recensione dal sito :
maxtorun

Oct. 21st, 2008

Still Got Dreams - Mandolin’ Brothers
Passa Attraverso il Vietnam, questo Still Got Deams, e altri luoghi leggendari che lasciano il segno e influenzano la penna dell’artista. Sono molto apprezzati richiami al blues e al folk-country-rock, stili che non piacciono solo a chi scrive in questo momento ma al pubblico dall’udito fine.
Il disco scorre con suoni di basso, chitarra e altri strumenti che dettano uno stile inconfondibile, armonica e accordeon. Parte con una struggente Still Got Dreams che lascia subito il segno, canticchiata dall’ascoltatore, perchè piace ed entra nelle vene. Si arriva a Saigon, leggendaria. Non manca la ballata. Il disco è un ottimo lavoro.
Consigliato

Posted at 10:27 am
Page Summary
Still Got Dreams - Mandolin’ Brothers



30 settembre 2008

rootsway-logo (4K)

Ho ascoltato con molta attenzione Still Got Dreams che già dalla presentazione face supporre ad un lavoro di qualità. Ottima la versione grafica in perfetto "old american style" che, se nelle note non avessi letto i nomi italiani, mi avrebbe fatto pensare ad una band americana. Ma è l’ascolto che ti lascia stupito per l’impatto immediato. Sensazioni che raramente si provano. Mi era capitato quando ho ascoltato "Hollywood Town Hall" dei Jayhawks, un suono che ti entra immediatamente grazie anche all’ottimo lavoro del tecnico del suono. Per quello che ho ascoltato è indubbiamente il miglior prodotto italiano dell’anno, ma forse anche degli ultimi cinque, pari all’eccellente "I don’t want to take nothing with me when I’m gone" di Angelo "Leadbelly" Rossi. È come se Dylan suonasse con i primi Tractors o Chris Gaffney con John Hiatt ad ispirare con tocchi southern. A tratti pare fin che Norman Blake sia entrato in studio ad aggiungere delle note con la propria chitarra. Complimenti e grazie mille per avermi mandato la copia del CD. Spero che riusciremo ad incontrarci in febbraio, ma sono quasi certo che la vostra presenza al Rootsway Festival sarà una sicurezza.
Con stima e un abbraccio

Antonio Boschi







Dal nostro " G u e s t b o o k "
- una e-mail da Liz
(PR di Willie Nelson):

Name: Liz (Homepage)



Country: Hawaii
Date: Fri Sep 26   02:02:49 2008

Comment: I’ve listened to your CD and find your music exceptionally beautiful. The song "Saigon" is a powerful testament that wars serve no good end. Thank you so much, Pepi, for introducing us to this innovative band. May you all find Aloha wherever you may be.
Much love, Liz









tratto da
myspace


Posted in Sensazioni sui CD Tagged:
Mandolin’ Brothers
D i c e m b r e  2 0 1 0

by Renato Ciffarelli

Il mio diario inizia con uno dei dischi che mi sono piaciuti di più nel 2008.
La cosa più strana in assoluto per me è che sono amici. Ma non amici come capita a volte con altri, in questo caso siamo davvero amici da una vita essendo della stessa città. Nascono nel 1979 e non è che a Voghera ci fossero poi migliaia di appassionati di musica rock & folk & blues. Con loro ho diviso serate davanti a una birra, i loro concerti all’aperto mangiati dalle zanzare, l’avventura di una rivistina locale di musica.

Ma il disco è molto bello, mi dico nonostante siano degli amici.
La mia prima considerazione è quanto conti la produzione in un disco, una delle cose che fanno la differenza è il suono, si sente che è professionale. Spesso i dischi delle band di nicchia italiane sono autoprodotti e, purtroppo, si sente. Qui canzoni di ottima qualità vengono esaltate da un bellissimo suono.

Dentro a questo Cd troverete la storia della musica. Perchè nasce prima di tutto da una fortissima passione. E quindi è pieno di canzoni che ti entrano dentro, perchè sono parte della nostra storia di appassionati. C’è Dylan, ci sono CSN&Y, ci sono gli Stones e la musica indiana (ricordate i Beatles che se ne innamorarono?) c’è il blues, il rock, il Folk. Ci sono tutte queste cose ma in modo personale, rielaborato, non banale. Non i Mandolin’ che fanno . . . ma i Mandolin’ e la loro storia.
E ogni volta che lo ascolti ti chiedi se davvero un disco che ti dà emozioni come queste può essere quello dei tuoi amici di una vita.
Ascolti Carton box e hai i brividi. Profondi, ogni volta. Ascolti il disco e poi ancora, e poi ancora, scoprendo ogni volta qualcosa, senza annoiarti di sentirlo.

E capisci quanta strada hanno fatto quegli amici che suonavano su un palco circondati dalle zanzare trent’anni fa.